Emblema della precarietà e della brevità della vita, uno stronzo - sì, avete capito bene - penzolante dalle natiche di un extracomunitario chiuso nella latrina di un cantiere, trova il dono della parola grazie alla combinazione di agenti chimici e deodoranti presenti nel bagno: giusto il tempo di raccontarci un po’ di lui e fare due chiacchiere sulla teologia delle feci prima che precipiti e non ci sia più... Trentenne co.co.pro con contratto in dirittura d’arrivo e mancato rinnovo, decide di fare a pezzi il corpo dell’anziana vecchina con cui condivide l’appartamento per continuare a percepire la sua pensione: mentre si adopera per staccarle il cranio e metterlo a bollire in pentola, sceglie di indossare un paio di occhiali da sole che renda il tutto meno tragico e nauseante... Maniaco sessuale tormentato dai ricordi del passato cerca di liberarsi senza successo dalle sue memorie ed implora il castigo del carcere per annullarsi completamente... Sei storielle simili a dolci favole per la buona notte da raccontare ad un nipotino, tanti sono i racconti racchiusi nell’opera Con l’insistenza di un richiamo, testo il cui assunto principale esprime in modo chiaro, anche se iperbolico e paradossale, la follia dei nostri tempi. Siracusano laureato all’Accademia nazionale d’arte drammatica, Randazzo (sito personale www.francescorandazzo.tk) è noto in Italia e all’estero come regista teatrale, impegno che tuttavia non prosciuga la vena artistica dell’autore, che da tempo si dedica alla scrittura con racconti, romanzi e sillogi poetiche. La raccolta edita dai tipi di Lupo conserva nel suo centinaio scarso di pagine brio e bollicine pulp pronte ad esplodere in faccia al lettore, il tutto condito da uno stile incisivo e scorrevole che non lascia molto spazio a fantasie e digressioni: ecco raffigurata in patinata e lucente presenza la strage di un presente storico privo di qualsiasi senso.
«La memoria ci presenta non ciò che scegliamo, ma ciò che le piace. Anzi, non c'è nulla che c'imprima così vivamente qualcosa nella memoria come il desiderio di dimenticarla»
Michel de Montaigne
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