giovedì 16 luglio 2009

Recensione di Camillo Sanguedolce su "Storie 100X100"


Conosco l’autore da più di vent’anni come raffinato regista e autore teatrale e leggerlo in narrativa non è una sorpresa ma una conferma. La sua scrittura, sciolta e sicura di chi sa davvero scrivere, mi accompagna in un suo mondo più intimo – quello che spesso sulle tavole del palcoscenico non può raccontarsi – nel contempo assolutamente deflagrante: racconta persone che sono mostri, per se stessi, o solo perché percepiti come tali dagli altri che poi saremmo noi, co-autori dei loro delitti, co-responsabili della loro follia, co-protagonisti della loro scena, complici, vittime, carnefici.

Sei racconti, di cui cinque narrati in prima persona, di cui due con protagoniste femminili, di cui uno con una protagonista surreale e grottesca: la merda, che raccontandosi ci regala un amarissimo sorprendente finale. Ma l’ironia, il gusto per l’onirico, percorrono tutti i racconti mentre sullo sfondo rimane, disarticolato, il tema principale: la società, la nostra (dis)umanità.

E poiché questo libro non è il suo debutto letterario ma il mio debutto come suo lettore mi viene una fantasia che mi riporta alle origini della nostra conoscenza: i racconti in prima persona sono dei monologhi teatrali e ce ne sono un paio per i quali, ora, mi candido come interprete…


Storie 100X100 - Camillo Sanguedolce

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